Il 13 dicembre dalle ore 18:00 a Casa di Viola
Giovedì 13 dicembre il Kaleidos, la casa di Viola, ospita la mostra Visione di Giampiero Chirco a cura di Apparte Home Gallery il collettivo curatoriale con base a Palermo che vuole di creare un circuito alternativo per l’arte emergente. Nel frizzante contesto domestico del Kaleidos – casa di approdo per i viaggiatori nel centro storico di Palermo – saranno esposte, e accolte, alcune opere del corpus pittorico dell’artista.
“Cercare, cercare e cercare costantemente qualcosa, non trovarla mai, ma avere solo l’illusione di averla trovata.” (Giampiero Chirco)
Sehnsucht. Anelare all’indefinito, costantemente, febbrilmente.
L’Arte varca confini, supera barriere, unisce, emoziona, mette in discussione… E indaga profondamente, apre finestre sull’inconscio, diventa specchio della nostra parte più intima, irrazionale, ci aiuta nella nostra infinita ricerca di quel qualcosa di vago e sfuggente. In un panorama artistico sempre più variegato, in mezzo ad una generazione che sempre più spesso si strugge nella ricerca del proprio posto nel mondo, della propria interiorità, fanno capolino le opere oniriche e visionarie di Giampiero Chirco.
Nato ad Erice e attivo a Palermo, Chirco si approccia alla pittura fin da bambino, spinto dal bisogno viscerale di poter dare forma e colore al suo spazio interiore. Le sue sono visioni momentanee, sfocate e non subito chiare: nessun elemento viene immaginato razionalmente, tutto è istinto, visione sospesa. Non senza una certa emotività, il lavoro si evolve man mano, e con il tempo viene definito, gli viene data una forma; affinché l’opera rispecchi quell’aura onirica propria dell’impeto dell’inconscio, nessun tema e soggetto viene rielaborato troppo a lungo: la genuinità dell’istinto perderebbe di valore.
I lavori di Chirco hanno una forte impronta autoreferenziale, una ricerca che conduce con intensità e costanza. Le tele, di varie dimensioni, aprono quella finestra sull’inconscio che permette a Chirco di poter conoscersi e far conoscere: lo spettatore può trovare molteplici significati, e forse anche nessuno; non vi è una spiegazione univoca, non esiste giusto o sbagliato. Come in un continuo flusso di coscienza, chi si trova di fronte alle opere di Chirco prende familiarità con i soggetti secondo un personalissimo punto di vista: il diverso background di ognuno di noi ci permette di poter cogliere simboli e significati nascosti, di far proprie le sue visioni. E’ il caso di “Sinestesia”, un omaggio a Bosch in chiave moderna e con uno stile personalissimo: sullo sfondo di quel che sembra essere un campo da gioco, si mescolano elementi di varia natura, personaggi bizzarri, colori accesi e figure antropomorfe. Ogni elemento ha il significato che ognuno di noi vede, sono aperte le più disparate interpretazioni. In altri casi gli elementi visionari e surreali si accentuano: la serie “Fichi d’India antropomorfi” sembra congelare l’istante di una sorprendente metamorfosi di ovidiana memoria, un omaggio alla Sicilia ed un qualcosa di più, un topos presente in molte delle sue opere che forse non necessita di rigorose spiegazioni. Elementi ludici e divertenti si intrecciano al quotidiano, al sogno, tracce della propria infanzia e dell’educazione ricevuta: spesso riconosciamo elementi Lego in bizzarre ibridazioni con forme animali e croci rovesciate.
Nell’ultimo anno qualcosa cambia: un nuovo grado di maturità e vicende personali influiscono sui nuovi lavori, che appaiono più intimi, più adulti. L’aggiunta nelle tele di preghiere e pensieri scritti da lui stesso sottolineano questo mutato stato d’animo, suggeriscono all’occhio estraneo indizi ed input da cogliere, ponendo l’accento su una dimensione maggiormente riflessiva. E mentre noi ricerchiamo la perfetta razionalità, Chirco rifugge da ogni tentativo di definizione, che reputa estremamente limitante, e lascia aperte domande ed interpretazioni. Ci lasciamo allora immergere nelle visioni di queste opere, consapevoli che quel che vediamo, quel che pensiamo di sapere, sia in realtà sempre e solo la punta dell’iceberg.
(testo critico a cura di Laura Gullotta)
Il Kaleidos si trova in Via Maqueda 256, Palermo. L’evento si svolgerà dalle ore 18:00 alle 20:00. L’ingresso è libero. Al link la trasparenza sulla donazione a sostegno del progetto, non obbligatoria per partecipare all’evento —> https://apparte7.wixsite.com/ilmiosito/donazioni-1
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