In occasione del San Valentino ho scelto di intrattenervi dissertando sull’amicizia e sull’amore. Continuo questa liturgia inaugurata una settimana prima della festa degli innamorati, cercando di rispondere alla domanda di grandi e piccini anche se non sempre gli adulti sono un modello di giustizia (vd. I traditori, le donne di facili costumi o i dongiovanni): Che cos’è l’amore?
L’amore è la rinascita dei sensi e degli ormoni, per chi ha buon senso se non la morte sua e, cioè, purtroppo, un continuum che va da un estremo fatto di vita e passione a un altro costituito da buio tombale e orrore di azioni, parole e gesti, per chi non è assennato. L’amore è ciclico e, a un certo punto, la coppia scade e non ha più quel meraviglioso senso evolutivo che gli è stato conferito ma sapore di malvagio e contorto (vd. La guerra dei roses). Quello che si deve fare è imparare fin dalla più tenera età a saper lasciare andare, a organizzarsi per non costruirsi mai delle prigioni da cui è difficile uscire, tipo comprare casa insieme, l’errore più grave comune, senza aver firmato un contratto prematrimoniale che sia stipulato nell’interesse reciproco.
Siamo cresciuti con famiglie del mulino bianco che, all’apparenza improvvisamente, sono scoppiate per la scoperta di un tradimento (fra tanti) o nelle quali la nonna/il nonno era infelice ma non fregava a nessuno capirne le ragioni né tanto meno lei le avrebbe confessate. Ci si autoconvinceva che era silenziosa per carattere. La lista sarebbe lunga e nonostante il fatto che pure il vostro matrimonio è finito continuate a credere si tratti di una crisi passeggera e se non lo è… sono cazzi amari per tutti! Il numero dei divorziati all’anno si è almeno quadruplicato nel giro di circa 30 anni ma ancora si continua a rischiare tutto convolando a nozze. Molte separazioni sono giudiziali ovvero moglie e marito sono in disaccordo. Le donne, spesso, non si rifanno neanche una vita perché perdono ogni prerogativa femminile durante la vita coniugale e non risultano più desiderabili. Per rompere l’incantesimo cos’altro vi occorre?
Avete presente la frase solenne pronunciata dal prete durante un imeneo? “Chi ha qualcosa da dire lo dica adesso o taccia per sempre!”? Ebbene, non avete idea, con l’occhio clinico, quanti matrimoni avrei fatto fallire perché il fidanzato ci ha provato con me (amica della futura moglie!) o perché ho visto in conoscenti sintomi paranoidei gravi tipo distorsione cognitiva, ideazioni psicotiche, tendenza a petulare e ad aggredire verbalmente l’altro, messa in atto di identificazione proiettiva, proiezione, scissione, gelosia delirante, devo continuare?!?? Dio non me ne vorrà perché non ho alzato un dito per mettermi fra moglie e marito con i miei calcoli probabilistici (purtroppo, certamente corretti!) in qualità di Psicologa clinica.
Alcuni dei motti da tenere sul cruscotto dovrebbero essere: non abbassare mai la guardia! Non dare nulla per scontato! Essere sempre pronti al peggio! Non alzarsi dalla tavola con la pancia piena che io, metaforicamente parlando, leggo come non chiudere un rapporto quando tutto si è esaurito da tempo, non trascinarselo per anni facendolo degenerare, incassando tossicità.
In qualità di Doddessa, io mi auguro possa riuscire a trasmettere il mio pensiero nel modo opportuno: l’amore esiste ed è il più grande dono che abbiamo ricevuto, un mezzo di conoscenza ed evoluzione, il miglior momento che possiamo vivere e che rappresenta l’agognata e necessaria stabilità! Siamo programmati all’attaccamento, come ho scritto, per scopi evolutivi e procreativi ma, quando in una coppia non ci sono più lezioni da imparare, non c’è più tempesta neuronale, purtroppo o per fortuna, è tempo di concludere un ciclo vitale per iniziarne uno nuovo.
Nello schema che vi propongo ho cercato di esporre come dovrebbe essere vissuto l’amore, in ogni sua forma. Se lo considerate come un puntino che si muove all’interno degli assi cartesiani proposti, si deve protendere a far sì che si muova al centro fra libertà, amore, odio e potere.
Se oscilla, infatti, nell’area dell’amore, si tratta di amore-bisogno, masochismo, mancanza di autostima, dipendenza di personalità, ossessioni. Se cade troppo nella dimensione del potere, si parla di narcisismo paranoide, disempatia, mancanza di scrupoli, opportunismo, incapacità di amare, eccessivo bisogno di controllo. Se questo puntino si muove maggiormente nella zona dedicata alla libertà, l’individuo risulterà un dongiovanni, un egotista, etc. Chi vive nell’odio, infine, è sempre arrabbiato, petulante e insopportabile. L’ideale è l’equilibrio, la via di mezzo, la completa armonia fra tutte le misure citate.
Brian Weiss ha parlato di “Molte vite e un solo amore”. Io credo che vi siano “molti amori in una vita” e che, possibilmente, resti traccia di essi nel nostro DNA e i nostri successori si possano rincontrare. Non so se si possa asserire che esistano “molti amori che si ripetono in più vite“. Se riuscissimo a ragionare e a vivere in quest’ottica, io ritengo ci sarebbe più ordine, non esisterebbero gli infedeli e i cosiddetti nodi karmici o coazioni a ripetere. Il concetto è questo: si è attratti da persone che sono importanti per la propria evoluzione e la procreazione, raggiunto lo scopo occorre saper lasciare andare il partner con gratitudine e amore per consentire a lui e a se stessi di ricominciare un nuovo e necessario ciclo con un altro partner. Se si inizia qualcosa non la si deve cominciare con leggerezza e superficialità, se non nella giusta dose, quella che rende un rapporto piacevole e non nocivo; non si deve frequentare qualcuno che non piaccia veramente perché si deve rispettare l’altro e dare valore al tempo e alle energie che si investono in un rapporto; gli intenti devono collimare con quelli dell’altro. In questo senso, è assolutamente riprovevole cercare una persona che ha delle intenzioni diverse dalle proprie, per es. uno vuole solo sesso e l’altro solo stabilità e legame affettivo. Un’altra cosa che non si deve neanche pensare è di poter avere un fidanzato ufficiale e tanti nascosti perché non esiste nulla che non faccia scattare l’allarme al sistema informatico nel quale siamo inseriti e che non ritorni triplicato, presto o tardi, e perché esiste un linguaggio non verbale e un codice linguistico che provoca la reazione difensiva pure del più innocuo degli esseri umani.
L’universo non perdona l’innocenza, se si offende una persona o il proprio sé, figurarsi i colpevoli. Non oso immaginare quali pene sono loro riservate in questa vita o in un’altra.
Perché non si deve stare con uomini/donne sposate o avere amanti? Il principio è sempre quello di evitare azioni scorrette nei confronti di se stessi o degli altri. Se un gesto non lo si può confessare ad alta voce e deve rimanere segreto allora non si deve compierlo.
La dodda è doddata, doddate in pace, rendiamo grazie a Dod