Castello di Batticani

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A pochi chilometri a nord-ovest di Campofiorito, nella contrada conte Ranieri, Castellaccio: da Palermo, strada statale 121 per Agrigento, uscita Bolognetta; strada statale 118 per Corleone; strada statale 188 per Campofiorito; strada comunale per contrada conte Ranieri, si innalza una collina rocciosa (610 m) dai fianchi in lieve pendenza. La stretta sommità, facilmente raggiungibile, è occupata dalle vestigia di un castello in buona parte interrato. Su un fianco della collina si vedono degli intagli rettilinei dovuti presumibilmente alla cava delle pietre per la costruzione del castello. Il castello era costituito da una torre quadrata di 10,40 m di lato e da una cinta muraria costruita ad un livello leggermente inferiore. Le vestigia della torre permettono di distinguere un piano terra, quasi completamente interrato, coperto a botte e fornito di una nicchia con voltina ogivale ricavata nello spessore murario. Del primo piano rimangono tratti di muro che raggiungono in alcuni punti ca. 2 m di altezza. I muri (1 m di spessore) sono costruiti con l’impiego di pietre locali grossolanamente sbozzate, legate con malta molto dura ma poco abbondante. Per regolarizzare il paramento esterno, i muratori hanno utilizzato delle pietre piatte e allungate che si ripetono ogni tre o quattro corsi.
Nel 1344 – feudo di Andriocta Calandrinis di Corleone.
Nel 1346 – feudo dei fratelli Pontecorona, di antica origine lombarda.
Nel 1452 – Giacomo Playa ottiene l’autorizzazione di riedificare o costruire e popolare il castello diruto detto conti Rayneri a Batticani con diritto di giurisdizione civile e penale – Feudum Bacticani… cum quodam castro dirupto, conti Rayneri vocato … Quod quidem feudum Bacticani appellavit, ipsique Iacobo de Playa facultatem tribuit ut illud populare, et in eo domos, edificia et muro facere posset.
Del 1655 è la licentia populandi per il feudo Batticani che è alle origini dell’attuale comune di Campofiorito.
Il castello si trova, oggi, in disfacimento totale. Solo uno scavo archeologico potrebbe aiutare a capire le vicende di questo monumento che sappiamo distrutto a metà del XV secolo ma forse riedificato da Jacopo Playa.

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