Castello di Chiusa

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Sulla piazza Castello un edificio a due piani totalmente sfigurato da interventi costruttivi di epoche diverse ricorda il Castello di cui Giovanni Antonio Sclafani iniziò la costruzione nei primi del milletrecento. Del castello resta ben poco, solo nella corte, cui si accede da un portale, possiamo individuare qualche traccia dell’originaria volumetria. A sinistra entrando l’ex cappella di S. Agata della quale resta solo il portale in pietra. A destra povere tracce di uno scalone forse munito di un loggiato su colonne. Nient’altro che possa ipotizzare un recupero pur nel mantenimento dell’odierna destinazione residenziale. Parlare di recupero infatti, per un bene architettonico così trasformato da interventi nel tempo e pressoché impossibile. In casi come questi è ipotizzabile solo la ricerca e la salvaguardia dei pochi elementi, delle tracce restanti che testimoniano il passato. Sarebbe interessante una lettura dei parametri murari depurati dagli intonaci esistenti per riportare alla luce inevitabili tracce aperte, archi di scarico, elementi lapidei sicuramente esistenti. Utile, inoltre, liberare dalle superfetazioni i due poderosi archi ogivali visibili sino a non molto tempo fa a valle sulla via S. Vito e che caratterizzarono fortemente la massa del castello. Dell’ampio giardino storicamente annesso al complesso resta ben poco, l’area è delimitata da edilizia di abbastanza recente costruzione. Dall’osservazione planimetrica si potrebbe evidenziare un probabile collegamento di questo ampio spazio verde con l’adiacente «Orto della Sirba» annesso al Monastero o Badia della SS. Annunziata prima dell’apertura della via S. Vito

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