ll decreto legge sulla Ridefinizione del sistema di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie e del regime delle esenzioni, a norma dell’articolo 59, comma 50, della legge 27 dicembre 1997, n. 449.
Ad interessarsi del caso e’ l’ associazione unalottaxlavita onlus, ed il suo presidente Gabriele Montera da sempre attento e vicino alle problematiche che interessano gli ammalati ed interpretandone, con solerzia e dedizione, le istanze ed i vividi fermenti.
“Il nostro Servizio Sanitario Nazionale, dichiara Montera, secondo l’art. 1 del Decreto Legislativo 29 aprile 1998, n. 124, dovrebbe garantire, ed è oggi purtroppo inevitabile utilizzare il condizionale, la tutela della salute e l’accesso ai servizi alla totalità dei propri assistiti, senza distinzioni individuali o sociali.
Nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza efficaci, appropriati ed uniformi posti a carico del Servizio Sanitario Nazionale, sono individuate le prestazioni la cui fruizione è subordinata al pagamento diretto da parte dell’assistito di una quota limitata di spesa, finalizzata a promuovere la consapevolezza del costo delle prestazioni stesse.
La partecipazione – si legge in una nota della onlus – è strutturata in modo da evitare l’uso inappropriato dei diversi regimi di erogazione dei servizi e delle prestazioni. Nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza efficaci, appropriati ed uniformi, garantiti dal servizio sanitario nazionale alla totalità dei propri assistiti, sono soggette alla partecipazione al costo le seguenti prestazioni: a) prestazioni di assistenza farmaceutica; b) prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale; c) prestazioni erogate in regime di ricovero diurno finalizzato ad accertamenti diagnostici e quindi con l’esclusione dei ricoveri diurni individuati per malattie più complesse; d) prestazioni di assistenza termale; e) prestazioni di assistenza riabilitativa extra-ospedaliera erogate in regime domiciliare, ambulatoriale, semi-residenziale e residenziale.
Purtroppo, oggi giorno, soprattutto al Sud Italia, ed in Sicilia, e nello specifico anche a Palermo, sempre più costantemente, le liste d’attesa per l’erogazione regolare delle prestazioni di cui sopra risultano essere sempre più lunghe e pertanto non possono essere effettuate nei tempi dovuti a discapito del paziente.
Tutto ciò impone al singolo cittadino, bisognoso di cure, a rivolgersi alle strutture private convenzionate con il Sistema Sanitario Nazionale, che comunque legittimamente pretendono il corrispettivo alla prestazione sanitaria da effettuare.
Ebbene, il Decreto Legislativo 29 aprile 1998, n. 124, prevede che il cittadino che ha effettuato la visita può richiedere il rimborso delle spese sostenute, rivolgendosi alle ASP (Aziende Sanitarie Provinciali), compilando un apposito modulo e allegando copia della fattura e/o ricevuta e copia della prescrizione del medico dove viene riportata la patologia accertata presunta.
I cittadini che riscontrano delle difficoltà in merito alle richieste di quanto sopra, se interessati, potranno rivolgersi alla nostra sede, che provvederà a dare supporto agli stessi nelle modalità opportune e per come previsto dall’attuale normativa.
Resta inteso, infine, che per quanto ci compete – concludono dall’associazione – siamo disposti ad incontrare nelle sedi opportune il Commissario della Sanità Siciliana, nonché il direttore sanitario dell’Asp provinciale di Palermo, per discutere del caso in modo ragionevole affinché possa essere migliorata la situazione attuale”.