Palermo: dall’aggressione all’ufficio postale alla proposta di legge di iniziativa popolare

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Location ufficio postale di Via Calogero Nicastro a Palermo. Una donna mamma di una bambina cerebrolesa, una trentenne aggressiva assetata di macero protagonismo affiancata da un picciotto sedicenne minaccioso in odor di guapparia, la direttrice dell’ ente ed i carabinieri della stazione scalo i protagonisti di quello che sembra un film. AI pubblico in fila il ruolo di comparsa. Oggetto dell’ accaduto: una richiesta  per non fare fila d’ attesa motivata da certificati medici e da relazioni ospedaliere ed una direttrice insensibile. Ma andiamo per ordine. Siamo a fine Aprile 2020, sono circa le 13.30, è giorno di pagamento pensioni, e come concordato il mese precedente con la direttrice dell’ ufficio postale di via Calogero Nicastro, erano presenti le forze dell’ ordine, mamma Maria si reca all’ufficio postale per prelevare la pensione di sua figlia Giulia, bambina cerebrolesa in ventilo terapia ed in ossigeno terapia h24. Con se’ ha la documentazione necessaria che dimostra la gravità e la particolarità del caso che non permette alla donna di stare per più tempo lontano da sua figlia depositaria di cure ed assistenza continua. Stessa documentazione che la direttrice un mese prima aveva esplicitamente richiesto per consentire a mamma Maria di non fare la fila allo sportello che da priorità in base all’arrivo in posta. Ma le cose non vanno come previsto, il clima si accende grazie ad una direttrice che cambia idea, disconosce non ricordando, o non volendo ricordare l’ impegno preso, che anziché’ mantenere una profilo super partis inizia un monologo che aizza la folla presente tanto da essere interpretato come un atto di arroganza e di non rispetto verso i presenti quello che mamma Maria aveva mandato in scena. Dalle parole ai fatti il tempo è breve, mamma Maria viene aggredita e si ritorna alla normalità solo dopo l’arrivo dei carabinieri che identificano tutti e verbalizzano l’ accaduto. Da qui le domande nascono spontanea: E’ possibile che ancora nel 2020 una donna viene aggredita per strada?  E’ possibile che esistano ancora direttrici così insensibili in base ad una richiesta di non fare la fila motivata da fatti gravi e concreti? E’ mai possibile che seduti alla guida di un ente si ci dimentica di aiutare il prossimo ed i bisognosi? Così tanto odio e cattiva educazione esiste nei nostri giovani? E’ possibile che anche d’innanzi ad una donna picchiata per futili motivi i presenti sul posto girano lo sguardo altrove?

A tali domande risponde puntualmente l’associazione unalottaxlavita onlus, il presidente nazionale Gabriele Montera così dichiara: “Siamo fortemente convinti che la disabilità vada sempre e comunque tutelata. Non è più ammissibile che un diversamente abile, od un suo tutore, od un suo delegato debbano sostenere file interminabili per disbrigo pratiche o similari sia in enti pubblici che privati. Crediamo che il tutore od il delegato del diversamente abile di tipo grave, con la giusta documentazione sanitaria emessa da enti pubblici, debba passare massimo dopo due persone, chiaramente ciò è giusto solo se si opera in nome e per conto del disabile. A tal proposito, conclude Montera, all’indirizzo https://www.firmiamo.it/IT/firma-la-petizione/basta-file-per-disabili-e-loro-tutori-o-delegati-59888   abbiamo già attivato una raccolta firme finalizzata alla presentazione di una legge che ponga fine a tali file e che presenteremo sia all’ars che a Roma. L’augurio che mi faccio e faccio è quello che la magistratura condanni tali comportamenti e certi direttori vengano allontanati, a tal proposito ho già chiesto un incontro con il direttore generale dell’ ente poste a Palermo“.




 

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